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Considerazioni storiche sulla teoria parafisica dell’origine degli Ufo

In questo articolo prenderemo in considerazione il contesto storico nel quale nacque la teoria Parafisica sull’origine degli Ufo. Al fine di comprendere il contesto storico nel quale nacque tale teoria è doveroso fare una premessa di notevole importanza. Sul finire del decennio 1947-1957 conosciuto come il periodo classico dell’ufologia americana la ricerca sugli Ufo entrò in crisi profonda, infatti progressivamente diminuì l’interesse sia della stampa che dell’opinione pubblica nei confronti del fenomeno Ufo, inoltre si registrò stranamente anche una notevole diminuzione di avvistamenti sui cieli degli Stati Uniti.

L’ambiente della ricerca ufologica dovette prendere atto che dieci anni di avvistamenti e di indagini non avevano permesso di giungere ad alcuna conclusione valida che potesse spiegare la natura e l’origine degli Ufo, tuttavia la maggior parte degli ufologi era convinta di trovarsi di fronte ad un fenomeno di natura extraterrestre costituito da navicelle spaziali pilotate da esseri biologici provenienti da altri pianeti.

Nonostante ciò nessuno degli ufologi era in grado di fornire delle spiegazioni abbastanza plausibili e logiche, sui motivi per i quali tali misteriosi visitatori si limitassero solamente a comparire nei nostri cieli di tanto in tanto, senza prendere contatto diretto con gli abitanti della Terra, a prescindere dalle intenzioni che questi potessero avere nei nostri confronti.

A questo si aggiungeva con grande importanza, il marcato disinteresse dell’ambiente scientifico verso il fenomeno Ufo. Per tali ragioni lo sconforto indusse molti ufologi a pensare che non valesse più la pena continuare a indagare sugli Ufo cosicché, molti di questi abbandonarono i propri studi. Questa situazione di stallo durò dal 1963 al 1968, periodo in cui molti ufologi fecero autocritica sui metodi di ricerca utilizzati fino a quel momento. Molti ufologi cercarono quindi di comprendere in cosa avessero sbagliato e da dove sarebbero dovuti ripartire utilizzando differenti metodi di ricerca e di indagine. Nel 1968 uscì il famoso rapporto Condon, studio scientifico che diede un ulteriore colpo di grazia al fenomeno Ufo e demotivò ancora di più gli ufologi che cercavano di trovare nuovi metodi di studio con i quali continuare a investigare tale fenomeno.

Questo continuò sino alla pubblicazione dei primi lavori di studio e ricerca che tutt’oggi vengono considerati testi fondamentali della cosiddetta ipotesi Parafisica dell’origine degli Ufo. “Passaporto per Magonia” di Jacques Valle, “Creature dall’ignoto “ e “Ufo operazione cavallo di Troia” di John Kell, sono e vengono considerate le pietre miliari di questa nuova teoria. Grazie a tali opere nacque negli Stati Uniti nel 1969 la cosiddetta “new ufology”, inaugurando di fatto un nuovo e promettente filone di studio sul fenomeno Ufo. Tuttavia la “new ufology” generò numerose polemiche da parte di molti ufologi “tradizionalisti e ortodossi”, che erano contrari agli intenti di fare autocritica e di dare una vera svolta sullo studio sugli Ufo.

In questo nostro breve lavoro, ci concentreremo quindi sui lavori e le teorie di uno dei due principali padri della “parafisica” e della “new ufology”; John Keel. Kell, durante la sua carriera di giornalista compì molte indagini sui fenomeni definiti inspiegabili, e come un moderno Charles Fort (autore che ispirò in maniera considerevole il proprio lavoro di ricerca), si dedicò interamente a studiare il fenomeno Ufo. Nei primi anni 60, le convinzioni di Keel erano in linea con quelle degli ufologi “tradizionalisti”, ossia che il fenomeno Ufo fosse dovuto alla presenza di esseri alieni provenienti da altri pianeti.

Keel si impegnò al massimo nel dimostrare l’origine extraterrestre degli Ufo, ma dopo tre anni di profonde ricerche con nelle quali furono intervistate centinaia di persone e testimoni, la sua convinzione che il fenomeno Ufo avesse origini extraterrestri incominciò progressivamente a vacillare. Keel si convinse che non vi era alcuna logica in questa chiave di lettura di tale fenomeno, e si rese conto che l’ipotesi extraterrestre non era più sufficiente a dare una spiegazione esauriente alla complessità e alla vastità dei fenomeni connessi agli Ufo.

Questo perché principalmente tale ipotesi extraterrestre, non si adattava a spiegare la maggior parte dei casi studiati da Keel, avendo egli costatato che nella variegata fenomenologia ufologica erano, presenti elementi inquietanti e misteriosi spesso scollegati tra loro. Secondo Keel, tali elementi non potevano essere spiegati con la sola ipotesi extraterrestre, ma piuttosto rientravano nell’ambito di quella fenomenologia comunemente chiamata paranormale.

Keel si convinse quindi ad esempio che i diversi miti e leggende presenti in diversi paesi del mondo che narrano della presenza di un “Piccolo Popolo”, o i fenomeni paranormali e mediatici, i fenomeni di Poltergeist, così come gli incontri con creature dal’ aspetto bizzarro o spaventoso, avessero un filo conduttore che li univa e che queste fossero in realtà le molte facce di un’unica medaglia. Keel quindi prese in esame l’ondata strani avvistamenti di velivoli avvenuti negli USA nel periodo dal 1896 al 1897, ricercando ogni sorta di materiale bibliografico e giornalistico di quell’epoca.

Mise quindi a confronto tale materiale bibliografico e giornalistico con i fenomeni di Poltergeist ed esoterici, constatando secondo le proprie convinzioni, che questi avevano una radice in comune. Alla fine Keel si rese conto che questo sfuggente “qualcosa” si manifestava a noi umani utilizzando rappresentazioni che mutavano e si adattavano perfettamente a ogni epoca storica. Per dirla in altro modo, questa realtà sfuggente indossava “maschere” e travestimenti” diversi in ogni epoca storica per apparire e interagire con l’essere umano. Fu in tal modo che Keel formulò la sua famosa teoria definita “Cavalli di Troia”.

Secondo questa, esisteva una realtà totalmente sconosciuta ed elusiva seppure tangibile, costituita da entità che perseguivano il fine di condizionare e manipolare gli abitanti del pianeta Terra fin dal principio della loro storia. Secondo Keel si trattava di un fenomeno inquietante ed oscuro in grado di cambiare aspetto in base al contesto storico sociale e culturale esistente nei vari periodi storici, un fenomeno inquietante e oscuro che si comportava come un camaleonte dal momento che si mimetizzava al fine di ingannare gli esseri umani. Secondo tale teoria, oggi tale fenomeno assume l’aspetto di entità aliene, in considerazione che tutti noi viviamo nella cosiddetta era spaziale. Ma nel passato questo fenomeno assumeva altre forme di manifestazione. Ad esempio secondo Keel, nel Medioevo il fenomeno assumeva l’aspetto di fate, gnomi e elfi, adattandosi alle credenze popolari di quel periodo storico. Così come i racconti e le testimonianze dei misteriosi velieri volanti avvistati nel 1800, velivoli che parevano uscire direttamente dai noti racconti di Giulio Verne, o come la presenza nel cielo dei misteriosi Clipei Ardentes (scudi di fuoco) riportati fedelmente nell’antica Roma da Giulio Ossequente, o come i misteriosi fenomeni luminosi aerei più volte osservati nei cieli europei della seconda guerra mondiale, e definiti dagli alleati Foo Fighters.

Concludiamo il nostro breve discorso sulla teoria parafisica dell’origine del fenomeno Ufo, ricordando che Keel fece sue molte delle teorie di Charles Fort, il quale era convinto che gli esseri umani erano proprietà di entità oscure che ci consideravano nello stesso modo in cui gli allevatori considerano i propri capi di bestiame. Partendo da tale presupposto John Keel formulò l’ipotesi che intorno a noi vi era un mondo invisibile perfettamente sovrapposto al nostro mondo (parafisico) e che tale mondo interagiva con gli esseri umani manipolandoli e condizionandone le convinzioni.

Prof. Giovanni Pellegrino