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Come il fenomeno Ufo potrebbe essere legato alla tecnologia Stealth

Esiste una connessione tra la tecnologia Stealth in nostro possesso e il fenomeno Ufo?

Lo studio e la ricerca sul fenomeno Ufo, porta inevitabilmente a scoprire alcune tipiche peculiarità e fenomenologie che da sempre ne caratterizzano la straordinarietà e la particolarità del fenomeno stesso.

Tra queste, una tra le più incredibili, assurde ed inverosimili, è la capacità del fenomeno Ufo di rendersi indifferentemente otticamente e strumentalmente invisibile, cosa che casisticamente parlando, avviene tipicamente in campo aeronautico.

Spesso infatti accade che di un “oggetto volante non identificato”, non ne venga rilevata la propria immagine radar, o al contrario, ne venga rilevata l’immagine radar, ma non la sua presenza visiva.

Queste stupefacenti capacità non sono una scoperta recente, tutt’altro ma sono una caratteristica tipica del fenomeno Ufo tant’è che furono riportate sin dai primi rapporti ufficiali sullo studio del fenomeno Ufo, come nel Project Sign del 1947, nel Project Grudge del 1948, nel Project Blue Book dal 1947 al 1969 sino al criticato e negazionistico Colorado Project – Scientific Study of Unidentified Flying Objects, meglio conosciuto come Condon Report del 1968 che dal progetto Blue Book attinge buona parte dei dati.

Copertine del Rapporto Speciale n° 14 del Progetto Blue Book

Questa capacità del fenomeno Ufo di rendersi invisibile in modo radar/visuale è quindi ben riportata, verificata e analizzata da almeno 50 anni, ed è quasi certamente da allora che questa incredibile particolarità ha portato nel corso degli anni, vari ricercatori in campo ufologico, a speculare su ipotesi più o meno scientifiche che potessero spiegarne l’assurdità fisico/scientifica.

Ovviamente queste ricerche e studi, non riguardano soltanto i ricercatori degli “ambienti civili”, ma anche e sopratutto ricercatori militari.

Questo perché se da un punto di vista “civile” capire che scienza e tecnologia si nasconda dietro il fenomeno dell’invisibilità, implichi conoscere meglio il fenomeno Ufo con ovviamente importanti ricadute e conoscenze scientifiche, dal punto di vista “militare” le cose assumono tutt’altro interesse, un interesse fondamentale e primario di un’importanza strategica enorme ed imparagonabile.

E se vi state domandando quale sia questa importantissimo interesse strategico, la risposta è semplice: quale potenza militare di un qualsiasi paese non vorrebbe possedere una tecnologia che gli permettesse di rendere invisibile i propri mezzi militari!

Immaginate solo per un attimo un ipotetico scenario di guerra tra 2 forze militari, con da una parte una potenza militare con aerei, carri armati, navi e artiglierie “normali” e dall’altra……. invisibili.

Disporre di una tecnologia del genere equivarrebbe a dominare non solo le sorti di una qualsiasi battaglia o guerra, ma a sottomettere e soggiogare l’intero pianeta.

Ovviamente ad oggi nessuna potenza militare dispone di tali conoscenze scientifiche e di tale tecnologia, senza dimenticare inoltre cosa fondamentale, che ad oggi ufficiosamente parlando nessuno conosce come funziona l’invisibilità degli Ufo.

Si può quindi dichiarare la questione chiusa ?
Forse no, perché se è vero che nessuno ad oggi dispone della capacità di una totale invisibilità radar/visuale , è anche vero che le conoscenze scientifiche di oggi sono molto progredite nel corso degli ultimi 40 anni; e questo ci permette di ipotizzare quale tecnologia e scienza “terrestre” possa essere applicata dietro il fenomeno dell’invisibilità.

Prima di iniziare questa nostra ricerca divulgativa è doveroso dire che gli studi associati all’invisibilità radar/visuale, proprio per la loro enorme importanza strategica sono strettamente riservati e non accessibili al pubblico.

Sono informazioni e conoscenze destinate ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori ed ovviamente coperti da rigidi protocolli di segretezza industriale/militare, pertanto in questo articolo non troverete formule scientifiche, progetti completi o spiegazioni dettagliate su queste tecnologie, ma solo ed esclusivamente ciò che ad oggi è stato rilasciato o che può essere scientificamente ipotizzato ed ipoteticamente impiegato.

Come precedentemente accennato, questa tecnologia si prefigge la possibilità di rendere totalmente invisibile in modo radar/visuale un qualsiasi corpo o oggetto, sia esso statico o in movimento.

Ma questa peculiarità in realtà fa riferimento a 2 diverse e straordinarie capacità: la prima riferita alla possibilità di totale invisibilità ai sistemi di rilevamento radar, mentre la seconda ad una possibile capacità di totale invisibilità ad un rilevamento ottico.

Ovviamente queste due proprietà sono molto diverse fra loro, cosi come lo sono le ipotesi scientifiche, gli studi e le tecnologie ad esse associate.

Negli ultimi decenni le ricerche su queste facoltà hanno usufruito anche dalla ricaduta di conoscenze dovute alle ricerche scientifiche civili in due campi ben distinti: lo studio dei metamateriali e lo studio dei plasmi oggetto di questo articolo.

Accenneremo quindi all’utilizzo di plasmi per la possibile soppressione totale del rilevamento da parte di apparati radar.

Si noti che in entrambi i casi si fa rifermento alla TOTALE invisibilità radar/visuale; e non ad una limitata o difficoltosa possibilità di rilevamento, la quale ad oggi è la massima capacità delle tecnologie applicate ai vari sistemi stealth, siano essi navali, terrestri o aerei.

Lo studio sulla possibilità di sfuggire alla “vista” di un sistema radar, è molto probabilmente contemporaneo alla nascita del radar stesso, nascita che si può far risalire alla fine degli anni 30 ad opera degli scienziati inglesi (anche se i principi di funzionamento e alcuni prototipi risalgono ai primi del 1900, grazie a ricercatori quali Hülsmeyer, Tesla, Marconi, ecc..).

Ad oggi le tecnologie applicate in campo militare per la riduzione della rivelabilità radar (comunemente definita traccia radar o RCS), si possono comunemente limitare a 3 tipologie di interventi: la dispersione, l’assorbimento ed il disturbo delle onde radar.

La dispersione delle onde radio del radar avviene comunemente tramite una progettazione e studio estremamente approfondito di superfici adeguatamente inclinate, arrotondate e tondeggianti che daranno forma al mezzo che si vuole rendere difficilmente rilevabile, (tipico esempio sono le forme di velivoli stealth quali il Lockheed Martin F-117 o il Northrop Grumman B2 Spirit).

Ma anche le forme utilizzate nelle più avanzate navi militari quali ad esempio le fregate francesi della classe La Fayette, o a livello terrestre le nuove forme dei moderni carri da combattimento come ad esempio britannico Challenger 2.


L’assorbimento delle onde radio si ottiene grazie a particolari materiali sintetici (tra i più comuni il kevlar) e a speciali trattamenti coprenti a base di ferrite in grado di assorbire in parte e quindi ridurre le onde radio di ritorno verso il radar.

Il disturbo delle onde radar proprio per la loro natura elettromagnetica, si ottiene tramite l’emissione di onde radio ad alta energia in grado di ostacolare la ricezione dell’onda di ritorno al radar, o con l’emissione di onde radio con spettro elettromagnetico identico a quelle emesse dai sistemi radar, o tramite l’emissione di onde radio debitamente modificate in grado di ingannare il segnale di ritorno verso il radar.

Questi disturbi vengono prodotti da vere e proprie antenne e sistemi di trasmissione e possono essere imbarcati o installati su velivoli; in questo ultimo caso questi sistemi vengono opportunamente inseriti in speciali contenitori aerodinamici chiamati Pod ed installati sotto le ali.
Ma tutte queste misure di inganno, pur essendo estremamente sofisticate ed efficaci, di fatto non rendono totalmente invisibile un’oggetto, ma possono solo ed esclusivamente limitarne il rilevamento.

Infatti se si analizzano i mezzi che dispongono di tecnologie stealth come ad esempio gli aerei, che sicuramente sono quelli che più hanno sviluppato e usufruito di queste tecnologie, si scopre che questi sono si “invisibili” ai radar, ma solo fino ad un certo punto.

Difatti sono state sviluppate speciali tecniche che permettono di rilevare la turbolenza prodotta dal velivolo in volo, oppure tramite speciali radar ionosferici che sfruttano le proprietà di riflessione della ionosfera, o tramite sistemi radar con antenne di trasmissione e di ricezione separate, o tramite radar che sfruttano l’effetto doppler e altri ancora.

Ma anche gli stessi materiali radar/assorbenti lo sono solo in parte, in quanto riescono ad assorbire solo determinate frequenze all’infuori delle quali l’assorbimento cala anche in misura notevole.

Quindi anche in questo caso non è corretto parlare di invisibilità, ma semmai di ridotta rilevabilità, che comunque non è poca cosa se si considera che per quanto riguarda la traccia radar o RCS , rilasciata dal velivolo Northrop Grumman B2 – Spirit che ha un’apertura alare di 52 m, gli analisti militari concordano con una rilevabilità inferiore ad 0,01mq; praticamente meno di un passero!

Ma se queste tecnologie non sono in grado di rendere totalmente invisibile al radar un velivolo, un’altra tecnologia sperimentale sembra promettere molto di più: la tecnologia Plasma Stealth, una tecnologia che come vedremo sembra avere più di un punto in comune con la capacità del fenomeno Ufo di rendersi invisibile ai sistemi di rilevamento radar.

Ma prima di indicare quali sono queste somiglianze con l’invisibilità Ufo è necessario fare alcune delucidazioni.

Per spiegare cosa è e come dovrebbe funzionare la tecnologia plasma stealth (il condizionale è d’obbligo viste le considerazioni riguardanti la segretezza di certe ricerche), è necessario chiarire in modo semplice ma corretto che cosa è il plasma, tenendo comunque presente che questo è un’argomento notevolmente complesso nel suo insieme e nelle sue variabili.

Il plasma è uno dei 4 stati della materia, cosi come lo sono lo stato solido, liquido e gassoso.

Plasma Ball

Il plasma è un gas ionizzato, formato da elettroni e ioni con carica elettrica totale neutra.

L’elettrone è una particella subatomica con carica elettrica negativa.

Gli ioni sono atomi o molecole elettricamente carichi per la perdita o acquisizione di elettroni rispetto ad un atomo neutro.

Un atomo neutro è un atomo con uguale numero di protoni ed elettroni.

Questo processo di perdita o acquisizione di elettroni rispetto ad un atomo con carica neutra viene detto ionizzazione.

Nello stato di plasma una parte considerevole ma non totale di elettroni viene “strappata” dagli atomi.

Le cariche elettriche libere che compongono il plasma fanno si che esso sia un buon conduttore di elettricità e che risenta fortemente dei campi elettromagnetici.

Le carica elettrica è una fondamentale proprietà della materia ed è all’origine di tutti i fenomeni elettrici e magnetici, essa è di 2 tipi positiva o negativa.

Il metodo più diffuso, ma non l’unico per la produzione di plasma è quello che impiega una scarica elettrica con tensione molto elevata all’interno di un gas.

In modo molto semplicistico si può dire che questa scarica elettrica porta energia “urtando” gli elettroni presenti negli atomi del gas, “strappandoli” da essi con il risultato che il gas diventa ionizzato.

Immagine che schematizza un effetto ionizzante per mezzo di un fotone.

Benché comunemente poco conosciuto dalla maggior parte della gente comune, il plasma costituisce la quasi totalità della materia presente nell’universo, come stelle o nebulose; anche se sulla terra la sua presenza è rara (esempi di plasma sono i fulmini o le aurore boreali).

Chiariti questi necessari concetti torniamo al discorso della tecnologia plasma stealth.

Il concetto che sta alla base di questa tecnologia è che un mezzo avvolto da un plasma assorbirà o rifletterà in base alle caratteristiche del plasma, le onde elettromagnetiche emesse dal radar, evitando quindi che queste ritornino verso la sorgente rilevandone cosi la presenza dell’oggetto.

Tuttavia anche se dal punto di vista teorico è possibile, passare dalla teoria alla pratica può rivelarsi difficile.

Infatti per poter impiegare tale sistema di “invisibilità” è necessario risolvere alcuni problemi estremamente complicati, tra i quali la produzione di plasma in grado di rivestire il mezzo che si vuol nascondere, le frequenze radio che il plasma è in grado di assorbire considerato che è in grado anche di rifletterle, le energie necessarie alla produzione di tale plasma, i sistemi per la produzione di tale plasma, i problemi di funzionamento degli apparati elettrici ed elettronici del mezzo sottoposti ad una schermatura al plasma

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi esperimenti militari in questo campo, sopratutto da parte statunitense e sovietica.

Dalle poche e recenti informazioni rilasciate sull’argomento i primi esperimenti risalirebbero agli inizi degli anni 60 da parte della Lockheed Martin, ma i risultati per ovvie ragioni di sicurezza militare non sono mai stati resi pubblici.

Non di meno nel 1963 venne pubblicato dal prestigioso IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), un’interessante articolo dal titolo ”Radar cross sections of dielectric or plasma coated conducting spheres and circular cylinders”; dove venivano descritti gli effetti di un plasma sulla sezione di rilevabilità radar di un velivolo.

Nel corso degli anni sono comunque giunte alcune indiscrezioni riguardanti la soluzioni a taluni problemi, ad esempio sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che non sia necessario produrre del plasma che circondi l’intero velivolo, ma solo ed esclusivamente davanti ad esso, in quanto convenzionalmente la rilevabilità radar di un velivolo (detta anche RCS) viene normalmente calcolata sulla sua superficie riflettente frontale.

Mentre per la produzione di tale plasma si potrebbero impiegare dei cannoni ad elettroni (concettualmente simili a quelli impiegati nei tubi catodici dei televisori o per usi industriali), o tramite radiofrequenze, oppure grazie ad emissioni di microonde o ancora per mezzo di sperimentali dispositivi ad emissione laser.

Tutti questi mezzi hanno comunque l’identico obbiettivo: quello di fornire energia agli elettroni di un gas che nella fattispecie sarebbe l’aria.

In riguardo alla schermatura degli apparati elettrici ed elettronici di un mezzo che utilizzasse questa potenzialità, sembrerebbe che il problema sia stato in buona parte risolto, cosi come la possibilità di assorbimento di molteplici frequenze, onde evitarne la riflessione di alcune grazie a dispositivi in grado di variarne le caratteristiche del plasma.

Infatti nel 1999 la rivista sovietica Itar-Tass, pubblicò un’interessante articolo a firma del giornalista Nicolai Novichkov, riguardante l’intervista fatta al Dr. Anatoliy Koroteyev direttore del Keldysh NITs (Nauchno-IssledovatelskiyTsentr), un importante centro di ricerche scientifico sovietico sui processi termici, facente parte dell’Accademia delle Scienze Russa.

Nell’articolo il Dr. Anatoliy Koroteyev dichiarava apertamente che il centro di ricerche da lui diretto, aveva sviluppato un generatore di plasma installabile su velivoli militari in grado di creare una nube di plasma capace di assorbire le onde radar e di ridurne la superficie rilevabile (RCS) di 100 volte.

Il dispositivo sarebbe stato testato con successo un velivolo Sukhoi SU-27, inoltre questo generatore farebbe parte della 2° generazione di tali dispositivi sviluppati in Russia, tant’è che lo stesso centro di ricerche, starebbe lavorando alla 3° generazione di tali apparecchiature.

Questo sistema di 2° generazione secondo il Dr. Koroteyev, avrebbe un peso non superiore ai 100 kg e necessiterebbe di una potenza variabile tra 1 kilowatt e 10 kilowatt (tra i 1000 e i 10.000 Watt).

Questa tecnologia sempre secondo quanto riportato nell’articolo, sarebbe addirittura disponibile per la vendita verso i potenziali acquirenti dei velivoli militari sovietici.

Oltre a ciò, da indiscrezioni pervenute da vari analisti militari occidentali, sembrerebbe che questo dispositivo fosse stato utilizzato nel progetto del nuovo caccia da superiorità aerea russo (progetto poi abbandonato per carenza di fondi), creato dalla Mikoyan, il Mig 1.42; e forse utilizzato nella versione aggiornata del famoso Mig-29, il Mig-35, mentre non è chiaro se il nuovissimo caccia di 5° generazione russo da superiorità aerea Sukhoi T-50 (attualmente allo stadio di prototipo di cui ufficialmente esistono solo fotografie di concept digitali ) impieghi o meno questo dispositivo.

Il vantaggio di questa tecnologia sempre secondo l’articolo starebbe non solo nell’invisibilità radar, ma anche nella possibilità di disegnare e costruire velivoli con aerodinamiche ottimizzate per il volo e non per la riduzione del RCS come avviene ad esempio sui “classici velivoli stealth statunitensi” (ad eccezione del Lockheed Martin F-22 Raptor e F-35 Lightning II); che sotto l’aspetto della manovrabilità aerea manifestano inevitabilmente una carenza, tanto che questa è divenuta una realtà ben conosciuta in ambito militare.

Di fatti non è un mistero la scarsa manovrabilità attribuita al Lockheed Martin F-117 o al Northrop Grumman B2 – Spirit, aerei che per le loro forme fortemente stealth con piani di coda ridotti o assenti, necessitano di controlli di volo totalmente compiuterizzati onde evitare immanovrabilità e pericolosi stalli.

A questo andrebbe aggiunto che velivoli dotati di questi dispositivi, non necessiterebbero di materiali o coperture radar/assorbenti, tanto delicati quanto costosi.

Le affermazioni riportate nell’articolo potevano benissimo passare per l’ennesima propaganda sovietica di superiorità militare di stampo staliniano (e tutt’ora mai sopita), che tanto cara è all’ombra del Cremlino, se non fosse che la notizia venne ripresa dall’autorevole rivista militare Jane’s Defence del 17 marzo del 1999.

Tra le altre cose Jane’s riportava che nel 1990 anche la British Aerospace, la principale industria militare britannica stava lavorando su questa tecnologia.

Ma non solo, nel giungo 2002 un articolo che in parte riprendeva le dichiarazione del Dr. Koroteyev, riguardante la tecnologia plasma stealth veniva pubblicato dalla rivista Journal of Electronic Defence, che in più indicava quali centri di ricerca militare al mondo stavano lavorando su questa tecnologia.

Tra questi la statunitense Accurate Automation Corporation e la Old Dominion Universtity, e le francesi Dassault Aviation e Thales.

Per dovere di cronaca bisogna anche dire che forse (anche qui il condizionale è d’obbligo) in realtà le cose non starebbero proprio cosi, in quanto da indiscrezioni rilasciata da alcuni analisti ed esperti militari, questa tecnologia sarebbe in grado di ridurre di solo 30 volte la traccia RCS di un velivolo e non di 100.
Ma il punto non è quanto questa tecnologia sia evoluta o efficacie oggi come oggi, ma il fatto che ipoteticamente funzioni perfettamente e che in parte sia già accessibile con le nostre attuali conoscenze scientifiche.

Ma arrivati a questo punto ci si potrebbe interrogare su cosa serva tale tecnologia, visto e considerato che i moderni velivoli stealth hanno già una RCS paragonabile a quella di un passero e forse anche meno.

Il fatto è che questa RCS è nella realtà un valore estremamente variabile, in quanto calcolata come abbiamo già detto sulla superficie frontale del velivolo e con il radar a zero gradi di angolazione rispetto ad esso.

Di fatti nel caso che un velivolo mostrasse i fianchi ad un radar, la propria RCS aumenterebbe considerevolmente, cosi come se il velivolo fosse perpendicolare al radar.

Non a caso come precedentemente accennato, i nuovi radar militari ionosferici utilizzano le proprietà di riflessione radio della ionosfera per colpire i velivoli dall’alto, avendo questi proprio nel dorso una elevata traccia RCS.

A questo punto è logico chiedersi che cosa centri tutto questo con l’invisibilità associata agli Ufo.

Ebbene come accennato all’inizio di questo articolo, vi sono interessanti analogie tra la tecnologia plasma stealth e l’invisibilità degli Ufo.

Se si vanno ad analizzare le migliaia di segnalazioni di avvistamenti Ufo avvenuti negli ultimi 60 anni, è impossibile non notare alcune tipiche caratteristiche di queste manifestazioni.

In effetti la comparsa di un Ufo, sia che avvenga in pieno giorno o che avvenga di notte, è spesso associata ad una emissione di luminosità intensa o cangiante e dai colori variabili.

Inoltre molto spesso si è potuto constatare che quando la distanza è ridotta tra il testimone/i e l’Ufo, avvengono frequentemente dei disturbi elettromagnetici di varia natura, quali disturbi agli apparati radio e agli impianti elettrici e mancanza di energia elettrica.

Ipoteticamente, tutti questi fenomeni sono associabili all’emissione da parte dell’Ufo di forze elettromagnetiche che ionizzando l’aria circostante ne creano un campo o nube di plasma che avvolge l’Ufo.

Oltre a ciò si è potuto spesso constatare che al variare della velocità dell’Ufo, si ha una variazione del colore della luminosità prodotta.
A basse velocità la luminosità emanata varia dalle sfumature di rosso all’arancione, mentre a velocità elevate, questa varia dal blu al bianco.
Questo è dovuto alla lunghezza d’onda e alla frequenza delle onde elettromagnetiche emesse dall’Ufo.

Di fatti i colori che noi percepiamo sono in realtà solo una parte delle diverse lunghezze d’onda delle onde elettromagnetiche che il nostro cervello interpreta tramite i segnali nervosi inviati dai fotorecettori presenti nella retina dell’occhio, in quanto non è possibile percepire tutte le lunghezze d’onda esistenti, lunghezze che variano dalle onde radio, ai raggi gamma.

La fisica insegna che minore è la lunghezza d’onda di un onda elettromagnetica maggiore è la sua frequenza e quindi l’energia emessa.

Pertanto è corretto affermare che maggiore è l’intensità luminosa associata alla radiazione emessa dall’Ufo, maggiore sarà l’energia elettromagnetica emessa.

Queste osservazioni sono perfettamente applicabili al plasma, in quanto la produzione di esso è inevitabilmente associata ad una luminosità variabile, in relazione alle proprietà elettromagnetiche del plasma.

Ipoteticamente quindi è legittimo affermare che l’invisibilità totale alle onde radar, che spesso è associata alla presenza di un Ufo, sia riconducibile ad una possibile emissione di plasma perfettamente generata e controllata.

Ovviamente come precedentemente accennato, questa è solo una supposizione logica basata sulle attuali conoscenze tecnologiche, in materia stealth alle onde radar oggi applicabili, tenendo ben presente che l’invisibilità prodotta dall’Ufo alle onde radar, potrebbe avere origine in modo completamente diverso, sfruttando tecnologie e principi fisici a noi sconosciuti.

Ma è e resta un’ipotesi, che però può rappresentare un punto di partenza per comprendere meglio le dinamiche di molti casi ufologici.

Articolo a cura del Presidente Pietro Marchetti
(GAUS)

FONTI:

www.militaryphotos.net
www.flightglobal.com
http://warfare.ru
www.aviapedia.com
www.military-heat.com
www.defenceaviation.com
en.wikipedia.org/wiki
www.defensetech.org
www.newscientist.com
www.air-attack.com
www.liveleak.com
www.aeronautics.ru
www.directindustry.it
www.ufoevidence.org
www.ufocasebook.com
www.kerc.msk.ru/